Mostra Redaelli B-Code Mantova 2018Dal 23 giugno al 1° luglio 2018, il Museo diocesano Francesco Gonzaga di Mantova ospita, presso la sala di esposizioni temporanee, la mostra “Redaelli – B Code” che conferma la scelta del Museo di farsi promotore di un dialogo aperto fra epoche differenti della storia dell’arte.

In esposizione una selezione di opere frutto di un’inedita ricerca artistica nata dal confronto tra l’artista Giordano Redaelli, già noto per la sua Packaging Art, e il figlio Michele, ingegnere di formazione che si accosta al mondo dell’arte sin da piccolo, grazie alla passione del padre. Dal confronto delle loro idee ed esperienze, prende forma l’elaborazione di un linguaggio artistico che traspone, nel lessico proprio dell’arte, il codice binario, ovvero il sistema numerico che fonda il linguaggio informatico e la cui invenzione è da considerarsi fra le più importanti rivoluzioni dell’era contemporanea.

“Il museo Francesco Gonzaga, che si vanta di raccogliere e affidare alla pubblica fruizione opere d’arte di ogni tempo, dalla remota antichità al presente – afferma Mons. Roberto Brunelli, Direttore del Museo -, è orgoglioso di offrire ai suoi visitatori opere che del presente costituiscono una così acuta interpretazione”.

Formato da due soli simboli – 0 e 1 – il codice binario rappresenta l’alfabeto matematico alla base dei moderni computer e, più in generale, dell’informazione digitale. Nelle opere in mostra, il codice binario si traduce nell’alternarsi ritmico dei due simboli numerici su tele monocrome che si caratterizzano per una radicale purezza formale esaltata dall’uso di colore.

“Al normale visitatore di musei – osserva Mons. Brunelli – apparirà singolare che le opere di Giordano e Michele Redaelli presentino una “semplice” composizione di numeri, per di più limitati a due, lo < 0 > e l’ < 1 >. In realtà, tutta l’arte, di ogni tempo e civiltà, in modo talora inconsapevole ma più spesso ben conscio, presenta una vincolante base matematica”.

Mons. Brunelli evidenzia inoltre “[…] come le opere dei due autori abbiano un substrato che le aggancia alla storia, ai vari ambiti della scienza, e anche alla filosofia e alla religione”. Sul piano estetico, i due autori traducono la polarità espressa dal codice binario, elaborando un linguaggio astratto improntato all’essenzialità visiva e al rigore, come evidenziano le curatrici della mostra, Francesca Bianucci e Chiara Cinelli: “Questa polarità si esprime in una serie di opposte tensioni che dettano il ritmo dell’opera, infondendo dinamismo al rigore della composizione: semplicità e complessità, luce e ombra, pieno e vuoto, ripetizione e variazione, esattezza e ambiguità, positivo e negativo. La monocromia delle tele associata alla ripetizione seriale dei numeri 0 e 1, disposti in sequenze regolari ma variabili, crea un clima percettivo di pura astrazione visiva che invita a fare un passo più in là, oltre i confini dell’opera stessa”.

Il percorso espositivo offre, infine, un ulteriore piano di lettura: l’organizzazione delle sequenze di 0 e 1 all’interno delle opere non è, infatti, casuale ma corrisponde a un significato letterale che si nasconde dietro i segni numerici. Il biblista e docente di Nuovo Testamento don Giacomo Perego, che è stato anche direttore della casa editrice Edizioni San Paolo, nel suo testo in catalogo, si sofferma in particolare su quelle opere che, attraverso il codice binario, traducono su tela pensieri di filosofi come Aristotele, di santi come Madre Teresa, di scienziati come Albert Einstein, stimolando una riflessione intorno al rapporto tra fede e scienza. A tal proposito don Perego afferma: “La fede e la scienza, quando si guardano negli occhi, possono entrare in conflitto; quando invece guardano alla comune Sorgente intravedono quell’immagine e somiglianza che restituisce all’uomo, al creato e a Dio stesso il suo primitivo splendore. Solo allora la scienza e la fede riescono a prendersi per mano, ritrovandosi… vestite di luce”.

Michele Redaelli è nato a Lecco nel 1985. Ha compiuto gli studi in ambito scientifico laureandosi a Vienna e nel settore economico a Londra, intervallati da un’attività professionale a Maribor in Slovenia. Si è avvicinato al mondo dell’arte fin da piccolo grazie alla passione del padre. Dal confronto con quest’ultimo elabora un linguaggio artistico che celebra il computer, da lui considerata una delle tecnologie più significative nella storia dell’umanità. Giordano Redaelli vive a Molteno (Lecco) e alterna la propria attività tra la Brianza e Milano. Si è formato a Milano presso la Scuola Grafica Salesiana e la Scuola Superiore d’Arte del Castello dove si è diplomato in grafica pubblicitaria e arti visive. Ha lavorato come impaginatore grafico e successivamente come Art Director della rivista settimanale TV Sorrisi e Canzoni. A Milano ha fondato lo studio grafico Giordano Redaelli e a Giussano una società di comunicazione, Methodus, che opera principalmente nell’ambito dell’arredamento. Dal 1998, l’esperienza acquisita nel settore della grafica e del packaging getta le fondamenta per un’inedita esplorazione nell’arte contemporanea, grazie all’utilizzo delle confezioni di diversi prodotti di consumo. Dal 2009 espone in importanti città italiane e straniere come Milano, Torino, Roma, Barcellona, Berlino, Lugano, Parigi. Con il figlio Michele, dal 2016, sviluppa la visualizzazione artistica del codice binario.

Redaelli – B Code” Mantova Museo Diocesano Francesco Gonzaga Piazza Virgiliana, 55 Inaugurazione
sabato 23 giugno 2018 Apertura al pubblico
dal 23 giugno al 1° luglio 2018

Orari della mostra
da mercoledì a domenica: 9.30–12.00 / 15.00–17.30
lunedì e martedì: aperto solo a gruppi prenotati

Ingresso al Museo intero 6,00 – ridotto 4,00

Per informazioni
Tel / Fax 0376 320602 e-mail: museofgonzaga@alice.it www.museodiocesanomantova.it




Scritto da: Chiara Cinelli
Data: 5 Giugno 2018
Categoria: Mostre


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