Il Caso Bertolaso
Il caso Bertolaso. Le anticipazioni uscite sui quotidiani inerenti al coinvolgimento del sottosegretario Guido Bertolaso in eventuali vicende di corruzione e favoritismi (anche di natura sessuale) negli appalti di alcune grandi opere, tra cui il G8 alla Maddalena, sono state infinitamente più devastanti degli effetti causati dal terremoto dell’Aquila.
In cuor mio sono convinto della più totale estraneità di Guido Bertolaso dai capi d’accusa che gli vengono imputati, e proprio per questo motivo non lo invito a dimettersi, anzi. Inoltre Guido Bertolaso si è sempre distinto per l’elevata professionalità, lealtà e dedizione alla causa della Protezione Civile.
Ho molto apprezzato la sua pronta disponibilità a collaborare con la magistratura per chiarire ogni circostanza che lo vede coinvolto. Questo è il giusto atteggiamento che deve tenere un bravo Servitore dello Stato. Fin qui tutto normale se non che il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi si è scagliato per l’ennesima volta contro la magistratura, che sta esclusivamente compiendo il proprio lavoro, accertando l’autenticità del contenuto delle intercettazioni che vedono coinvolto Guido Bertolaso e indagando su eventuali irregolarità negli appalti della Protezione Civile. Ma chi è Silvo Berlusconi per invitare la magistratura a vergognarsi?
Come Italiano mi vergogno profondamente per l’atteggiamento tenuto dal premier, palesemente non equo e vi dico anche il perché. Quando la magistratura indaga su eventuali irregolarità di personaggi politici appartenenti all’opposizione, essa non viene in alcun modo criticata mentre i politici coinvolti vengono messi alla pubblica gogna da parte del centro destra. Quando la medesima brava e solerte magistratura indaga su affari di politici del PDL allora si grida al complotto.
La magistratura ha l’obbligo, oltre che il dovere, di approfondire le indagini che coinvolgono qualsiasi cittadino, a maggior ragione se si tratta di politici, di destra, di sinistra o di centro. Nessuna condanna è partita dalla magistratura nei confronti di Guido Bertolaso, forse i giornalisti hanno in parte enfatizzato la notizia vista la notorietà del personaggio pubblico coinvolto. L’eventuale processo lo si terrà nelle aule giudiziarie e si dovrà aspettare che la giustizia compia il suo naturale percorso (giudizio in primo grado, cassazione e appello).
I politici come Silvio Berlusconi non si devono più permettere di infangare l’operato della magistratura. Si può criticare un provvedimento giudiziario, anche contestarlo (esiste per questo l’appello e l’eventuale cassazione) ma non ci si può permettere di delegittimare quotidianamente un’ organo dello stato così importante com’è la magistratura italiana. La cosa più avvilente è che da cittadino mi sento umiliato da essere rappresentato da costui che non conosce la differenza fra legalità e equità. Condannare a priori la magistratura senza conoscere il contenuto dei capi d’accusa e delle intercettazioni ambientali o telefoniche, solo perché viene coinvolto un proprio diretto collaboratore è un comportamento del tutto omertoso perché si vuole precludere di fatto agli italiani di conoscere la verità.
Il comportamento tenuto dal premier è da condannare assolutamente in quanto lancia di fatto un messaggio contorto e cioè che in Italia ci sono due pesi e due misure a seconda che l’inquisito sia di centro destra o i centro sinistra. Nel primo caso è sempre un martire e non deve dimettersi, anzi deve resistere agli attentati dei terroristi dei magistrati. Nel secondo caso si tratta di cattocomunisti corrotti che meritano la galera. E’ proprio un paese curioso il nostro bel paese. La speranza rimane quella che si faccia presto luce su questa vicenda dai contorni davvero poco edificanti. Libertà e Giustizia in un paese civile vanno sempre a braccetto, ma non per Silvio.
In Fede
Campagna Arcangelo (Italia Dei Valori)