FERMI I MEZZI CON PUBBLICITA’ CHE TRASPORTANO DISABILI MA ALCUNE SOCIETA’ EMILIANE CI GUADAGNANO MILIONI
La “torta” del business nazionale della “mobilità gratuita”, che si spartiscono in prevalenza due società emiliane, è di almeno 20 milioni di euro ogni anno. Forse molti di più. Il Ministero dell’Interno ha però già chiarito che questi mezzi non possono circolare. Confusione e disservizi per colpa di una legge da cambiare.

Associazione Report APSNon hanno accento lombardo, ma emiliano, gli imprenditori che incassano decine di milioni di euro ogni anno sulla pubblicità applicata alla superfice di mezzi di trasporto forniti in comodato gratuito ad associazioni e comuni, promettendo anche nel sondriese a centinaia di clienti che i loro Doblò Fiat attrezzati per disabili serviranno i cittadini più deboli, trasformandosi per due o quattro anni anche in bacheche ambulanti di pubblicità.

Ma qualcosa non va: la circolare del Ministero dell’Interno del 3 Febbraio 2020 evidenzia che la circolazione di mezzi di trasporto con spazi pubblicitari di terzi applicati alla carrozzeria a titolo oneroso, quando non svolgano Servizio Pubblico di linea, è in palese violazione del combinato disposto dell’art 57 del regolamento di attuazione del Codice della Strada e dell’art 23 del Codice della Strada. (https://www.asaps.it/)

Nella nostra provincia sono diversi i mezzi che circolano con spazi pubblicitari di attività locali a Mantova, Castel Goffredo e Viadana. Si tratta, in quasi tutta Italia e nella maggior parte dei casi, di autovetture a tetto alto in uso alle associazioni del territorio, talvolta direttamente al Comune, che prima di essere messe in servizio rendono anche più di 100 mila euro alle società che organizzano la raccolta pubblicitaria e che rimangono proprietarie dei mezzi. In alcune località venete le raccolte si sono spinte vicine o oltre i 200 mila euro, come nel caso sondriese di Bormio e della Comunità Montana di Sondrio. E ogni 2-4 anni ogni mezzo, per rimanere in comodato alle associazioni beneficiarie, viene “rifinanziato” fino a rendere alle società proprietarie, complessivamente nel periodo di vita del veicolo, anche mezzo milione di euro o più, contro il prezzo di acquisto che si aggira sui 35 mila euro a mezzo.

Queste società commerciali difendono i loro interessi, ma nasce un problema sociale che sta scaturendo dal fermo dei mezzi. Già in passato, in Veneto ad esempio avevano rinunciato al comodato e restituito il mezzo al mittente il Comune di Vittorio Veneto e il Comune di Sacile.

Ma da alcuni giorni il problema è stato attenzionato anche nel mantovano dalla “Associazione Report EPS”, che facendo chiarezza sul fatto che le norme esistono e vanno applicate intende però promuovere una urgente azione parlamentare affinché siano emanati i decreti attuativi favorevoli alle associazioni, perché una legge a cui dare attuazione esiste già dal 2010.
“Secondo quanto chiarito dalla circolare del Ministero degli Interni – dichiara l’Associazione Report per i Diritti e per l’Informazione APS, che sta seguendo il caso anche in Lombardia- è urgente colmare immediatamente un vuoto normativo che si trascina dal 2010 in mancanza dei decreti attuativi di una legge già esistente. Il rischio è che i cittadini più deboli rimangano privi di servizi. Riteniamo inoltre che il caso debba anche essere urgentemente sottoposto anche alla Corte costituzionale, poiché la norma attuale è riferita ad un Decreto del Presidente della Repubblica che, regolamentando l’Art. 23 del Codice della Strada, ha introdotto anche divieti già messi in discussione da una sentenza della Corte di Cassazione, che però non fa giurisprudenza. Ciò affinché sia ripristinato il necessario equilibrio tra la necessità di mobilità dei cittadini, l’attività lodevole delle associazioni del territorio e i legittimi interessi degli operatori economici di questo particolare settore della pubblicità”.


Il problema:
Quelli che erano nati come progetti sociali per agevolare il trasporto gratuito per i disabili o per i cittadini in difficoltà, a causa della loro violazione della norme in vigore, giuste o sbagliate che siano, rischiano di trasformarsi in un problema sociale.
Il tema è la circolazione di mezzi di trasporto con spazi pubblicitari di terzi applicati alla carrozzeria a titolo oneroso: quando non svolgono Servizio Pubblico di linea, violerebbero palesemente il combinato disposto dell’art 57 del regolamento di attuazione del Codice della Strada e dell’art 23 del Codice della Strada.
Mezzi fermi, o a rischio di sospensione del servizio. Malgrado ciò, il mercato della pubblicità su questi veicoli muove interessi economici nell’ordine di almeno 20 milioni di euro l’anno, plausibimente 30, concentrati su pochissimi attori, quasi tutti emiliani. Si vedano i risultati della ricerca Google inserendo le locuzioni: “Progetto trasporto solidale”, “Mobilità Gratuita”, “Mobilità Garantita” e simili.
Ognuno di questi veicoli, dal costo a nuovo di 30-35.000 euro, rende alle società commerciali che operano in questo mercato e che poi li forniscono in comodato alle associazioni che li utilizzano, tra i 100 mila e i 200 mila euro a mezzo ogni due anni (in alcuni casi ogni 4 anni).

La soluzione:
Nasce la necessità di fare chiarezza e dare immediata e piena attuazione alla Legge 120 del 2010, articolo 5, Comma 4, che permetterebbe innanzi tutto alle Associazioni no profit di finanziare i propri mezzi e di farli circolare liberamente, nonché di porre all’attenzione della Corte costituzionale la valutazione sulla legittimità delle norme attuali, nell’interesse dei cittadini, delle Associazioni e degli stessi operatori economici del settore.




Scritto da: Report Associazione APS
Data: 20 Aprile 2023
Categoria: Cronaca


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