In principio era l’albero: mostra Renzo Nucara e Carla Volpati a Mantova 16 dicembre 2017 – 30 gennaio 2018
IN PRINCIPIO ERA L’ALBERO
Renzo Nucara
Carla Volpati
Mantova – Falcinella Fine Art
a cura di Gianfranco Ferlisi
Dal 16 dicembre 2017 al 30 gennaio 2018
L’arte, si sa, nello scorrere dei tempi è riuscita a offrire una rappresentazione estetica della realtà delle cose. Parallelamente ha cristallizzato, nella concretezza dei diversi materiali e delle tecniche, la dimensione del mondo dell’artista. Questo necessario e striminzito preambolo è utile per parlare di una specialissima mostra, In principio fu l’albero, con opere realizzate a quattro mani da Carla Volpati & Renzo Nucara.
I loro “magic boxes” hanno avuto origine da un progetto nato nel 2013: un Arbre Magique si era allora trasformato in una metafora del loro vissuto tramite un’esperienza visiva condivisa, per far suonare le corde dell’emotività con una miriade di sagome colorate in plexiglass. Gli sviluppi indoor di tale esperienza sono ora sotto i nostri occhi, per meditare sulla sostanza della loro dimensione artistica, trait d’union fra la nostra fantasia e la realtà della vita in cui siamo quotidianamente immersi. I vari “magic boxes” assumono la forma di realizzazioni suggestive, quasi come le stralunate opere di Joseph Cornell. Carla e Renzo hanno infatti costruito veri e propri teatrini poetici. Dal loro sodalizio sono nate scatole con alberi imprevedibili e dai colori diversi, a rammentare le diverse fasce climatiche della terra: i poli, le zone temperate, le zone desertiche, ai quali si aggiunge il blu dipinto di blu di oceani e mari. Le silhouette di animali, di personaggi, di foglie e fiori hanno ridefinito la forma iconica dell’albero che, con le sue radici ancorate al suolo e i suoi rami protesi verso il cielo, simbolicamente collega terreno e divino, natura e arte.
Scriveva Kurt Schwitters che, a un certo punto della sua vita, aveva compreso che sulla superficie delle sue antiche cassettine potevano alloggiare piccole cose di scarso valore. Non servono infatti grandi cose per generare creativi cortocircuiti tra la forza narrativa del segno e dell’immagine, tra la seduzione formale della sostanza dei piccoli manufatti di plastica e l’utilizzo di micro essenze di figurazione. L’arte visiva, oggi, si fa con tutto. L’artista può usare qualsiasi materia e la sua essenzialità accresce, semmai, il valore dell’invenzione. Allo stesso tempo i sentieri spaesanti che vengono percorsi dai due autori non hanno direzioni obbligate. Entrambi sembrano giocare, in perfetta sintonia, con l’intero campionario estetico del Novecento, per rievocare anche il mondo pop dei giardini immaginari di Gino Marotta che, coi suoi metacrilati, si insinuava genialmente tra astrazione e rilettura della società dei consumi.
Così gli alberi magici di Carla e Renzo, con le loro arcane simbologie, rimandano innanzitutto al profondo rispetto per ciò che ci circonda, regalano la percezione di una dimensione estetica autentica, rivelata dalle piccole sapienti citazioni, dalla leggerezza dei materiali, dalla brillantezza popolare di colori in grado di far emergere immediatamente il nesso fra il dialogo con la natura e il linguaggio della contemporaneità. Un dialogo in cui si rinnova, fertilmente creativo, il sodalizio della bellezza e della rappresentazione.
L’albero assume dunque un molteplice valore simbolico. Ogni albero che si palesa nei “magic boxes” diventa mise-en-scéne metaforica di elementi figurali che scorrono come in un flusso della coscienza. L’albero è, ovviamente, albero della vita e della conoscenza; rimanda al ciclico processo di rinascita, germinazione, crescita e morte. È il respiro umile del mondo, la casa di animali e insetti. Regala frutti, ristora con la sua ombra, riscalda con il suo legno. Ma ciò non basterebbe se alla fine esso non si rivelasse nella bellezza dei manufatti, come punto di arrivo del “saper fare” originalissimo dei due autori, come esperienza in grado di dare vita alla concreta epifania di oggetti ad alta densità estetica, utili a convincere il riguardante della vitalità dell’arte.
Ecco allora che le ombre parlanti dell’assoluto generano, alla fine, un racconto estetico complesso, in grado di portare alla luce componenti immaginative, memoriali e identificative che comunicano nel linguaggio del bello, un idioma essenziale e specifico dell’essere umano, superiore per evocatività alla parola.
La mostra
In principio era l’albero. Tutto parte da lì. Dall’albero. C’era un tempo in cui boschi e foreste coprivano quasi interamente il vecchio continente. Oggi la situazione è completamente cambiata, ma l’albero continua ad avere un profondo significato simbolico. Con le sue radici ancorate alla terra e le fronde verso il cielo è l’anello di congiunzione tra basso e alto, naturale e soprannaturale. Rappresenta la vitalità del cosmo nel suo processo di germinazione, crescita ed espansione. Racchiude in sé passato, presente, futuro. Attraversa i secoli guardando alle vicende umane con serafico distacco. Regala ossigeno al respiro del mondo, nutre e riscalda. È sacro in antichi miti, è l’albero della conoscenza del bene e del male nel giardino dell’Eden. Rassicura e protegge, ma può anche incutere paura come raccontano fiabe e leggende. È magico per Carla Volpati e Renzo Nucara, quando attrae a sé gli abitanti del mondo. Ricreato nella sua forma iconica con sagome di animali e personaggi, si trasforma in un Arbre Magique, una presenza vibrante, un’immagine incantata che accende la fantasia.
Gli artisti
Il progetto “Arbre magique” che Renzo Nucara e Carla Volpati portano avanti da alcuni anni nasce dall’incontro dei singoli percorsi artistici: gli animali di Renzo Nucara e i personaggi immaginifici, chiamati “puppet” di Carla Volpati.
RENZO NUCARA è tra i fondatori del gruppo Cracking Art. Alle installazioni con il gruppo ha sempre affiancato la sua ricerca artistica, che negli anni recenti si è focalizzata su opere in plexiglass: “Stratofilm” (strati di metacrilato che inglobano oggetti ritrovati o del quotidiano) e “Shape” (forme e animali che contengono altre forme).
CARLA VOLPATI ha iniziato il suo percorso artistico alla fine degli anni ’90 con opere composte da “frammenti di natura” (ciottoli, piccoli sassi) dall’impronta quasi zen per arrivare a sequenze più complesse, all’uso deciso del colore e a maggiore varietà di materiali. A partire dal 2010, con la serie “Made in Italy”, realizza cicli di opere: “In fila per sette”, “Puppets” e “Inabox”.
Dove
Falcinella Fine Art
Corso Umberto I, 52 – 46100 Mantova
Quando
Dal 16 dicembre 2017 al 30 gennaio 2018
Vernice: sabato 16 dicembre 2017 – ore 18.00
Scritto da: MantovaNotizie.com
Data: 12 Dicembre 2017
Categoria: Mostre