Roberto Mainoldi Ninfee Mantova 2018Dal 26 maggio al 13 giugno 2018 la Galleria Arianna Sartori di Mantova nella sede di Via Cappello 17, ospiterà la mostra personale di Roberto Mainoldi intitolata “Naturali astrazioni”.

L’inaugurazione della mostra si svolgerà Sabato 26 maggio alle ore 17.00 alla presenza dell’artista con intervento critico di Gilberto Cavicchioli che per l’occasione ha scritto in catalogo:

Qualche tempo fa si diffuse nel vasto mondo dell’espressione segnica un agghiacciante annuncio: “La pittura è morta”. Non aveva cioè più valore il binomio operatore-supporto sul quale intervenire con sostanze pigmentali. Da lì il torrentizio diffondersi di operazioni artistiche (?) che non postulavano il vincolo della raffigurazione, ma si esprimevano con diverse modalità: “installazioni”, “performances”, “neon”, ecc., che avevano trovato il loro primordio in Duchamp (ready-made) che aveva avuto, almeno, il pregio dell’invenzione. Si capì, fortunatamente, dopo qualche indugio, che si trattava della vana speranza di falsi e non innocenti profeti che avevano operato sulla spinta di istanze economiche. Presto ci si convinse che si trattava infatti di una ben congegnata operazione di marketing di un agglomerato di mercanti d’arte soprattutto statunitensi che, avendo i magazzini pieni di pessima pittura, tentavano vie alternative che permettessero da una parte di inventare nuovi artisti e aprire così nuovi percorsi affaristici, dall’altra di risucchiare e smaltire, per associazione, i loro depositi. La pittura infatti non è morta, non muore e non morirà, come non morirà la carta stampata! Ed è una “fortuna” perché questa vitalità ci ha permesso di scoprire imprevisti talenti che danno sostanza a quanto precedentemente affermato. Tra questi colloco, senza tema di smentita, Mainoldi: Roberto Mainoldi è pittore e pittore di ottima qualità. Si eccepirà: ma da dove viene, come mai solo adesso? Mainoldi appartiene a quell’enorme schiera di talenti che avverse condizioni hanno, malauguratamente spento o fortemente ritardato nel loro manifestarsi. Per molti il “primum vivere” è stato fatale, ma alcuni sono riusciti a sopravvivere e ad affermare il proprio valore coltivato, non di rado, per anni in silenzio ed in disparte. Oggi Mainoldi ha conquistato la propria libertà e ci offre una pittura raffinata e coltivata con passione il cui valore si afferma senza malizie formali. Le sue opere sono infatti paradigmatiche: l’uso del colore, esclusivamente ad olio, la stesura del pigmento, il taglio della composizione le rendono immediatamente fruibili anche se, ad una analisi più attenta, celano una subliminale chiave comunicativa. Per Mainoldi infatti l’arte è una attività olistica che riguarda l’essere umano nella sua interezza dove le componenti fisiche, emotive, mentali e spirituali sono collegate ed interdipendenti. Si stabilisce così un sottile rapporto tra esecutore e fruitore che guidato dalla sensibilità del pittore finisce per attraversare una misteriosa “porta” che lo mette in comunicazione con le esperienze fisiche e spirituali dell’artista. L’opera si trasforma quindi in una specie di “specchio” in cui l’osservatore rivede, tramite sensazioni visive, la propria realtà ed il supporto che lo lega al mondo dell’OLTRE in cui lo guida, con delicata sensibilità, il Mainoldi. Le sue distese di foglie di ninfee e di fior di loto immerse in un blu cobalto lievemente azzurrato dal riflesso del cielo catturano per un richiamo ancestrale che, ad una lettura più attenta, disvela un fine simbolismo archetipale: il blu della profondità del pensiero, l’azzurro della libertà celeste, la rotondità del femmineo, la sensualità del fiore aperto. Le rappresentazioni non sono imitative, ma rivissute e rielaborate con fine sensibilità che si coglie più potentemente nei paesaggi rivali, in cui si affermano varie gradazioni di una serie di verdi trasparenti e nel contempo luminosi, talvolta morfologicamente quasi miniati. Queste “Naturali Astrazioni” confermano così l’intimo godimento del fruitore che si trova di fronte alla “bella pittura” di cui dobbiamo essere grati a Mainoldi”.
Gilberto Cavicchioli

Biografia Roberto Mainoldi

Roberto Mainoldi nasce nel 1959 a Marmirolo, in provincia di Mantova. Studia a Firenze dove consegue il diploma presso l’Accademia di Belle Arti. Mentre lavora a Milano in diverse società di pubblicità ed editoriali, realizza ritratti e trompe l’oeil per committenti privati. Nel 2007 riprende l’attività di pittore. Nel maggio 2009 espone la personale “Ritorno alle origini” presso lo spazio Feltrinelli di Mantova. Dal 2010 si trasferisce in Francia dove espone in occasione della manifestazione NoëlZen al Museaav di Nizza. Dal 2016 ritorna in Italia. “In questa produzione ho preso spunto dalla natura che circonda la città di Mantova e di Nizza. La realtà della natura è presentata in maniera materica, tridimensionale, solida. Gli scorci di paesaggi, densi di atmosfere evocative e la composizione, dove i particolari acquistano una importanza nella relazione tra gli elementi ed il loro rapporto cromatico, sollecitano ad intraprendere un viaggio introspettivo. L’osservazione di quelle semplici forme naturali, con le loro interazioni e le loro valenze cromatiche, diventa uno stimolo ad immergersi, ad entrare in queste finestre/passaggi ed a cercare, nella lettura dei particolari simbolici e dei contenuti archetipali, il collegamento con il nostro vissuto emotivo e col nostro subconscio. L’immersione nella realtà interpretata da me “pittore” si traduce in un momento di astrazione, dove il dipinto diventa uno specchio in cui ritrovarsi. Guardare il quadro è “il percepire di energie”: la composizione, il tratto, il colore, ci spingono a muoverci con lo sguardo alla ricerca di un particolare, di un’espressione, di un’evocazione, in un continuo passare dall’insieme al dettaglio. La natura, il paesaggio della campagna, gli alberi, l’acqua dei laghi (quasi uno specchio leggermente increspato che lascia intravedere foglie di ninfee), i fiori (massima espressione della forza vitale della natura) sono evocatori di bellezza, di armonia, di calma, ma anche riflessi della complessità delle nostre emozioni: l’acqua trasparente riflette il cielo, la nostra voglia di librarsi in volo, ma può nascondere mostri, animali, fanghi putridi, tutte le nostre pulsioni nascoste, che spesso reprimiamo, ma che talvolta emergono dal nostro inconscio a ricordarci chi siamo veramente. Le foglie di ninfee, cullate dal dolce movimento delle acque, sono una metafora della vita: come noi esseri umani, esse sono rivolte al cielo ed aspirano ad assorbire l’energia vitale del sole mentre galleggiano sul tumultuoso incresparsi della superficie liquida, sospinte dal continuo alternarsi delle emozioni. La mia pittura si affida alla bellezza decifrabile, alla nostra dimensione umana, per consentire di immergersi in se stessi e di comprenderne il linguaggio affidandosi alla propria sensibilità, senza la necessità di pretestuose elucubrazioni intellettuali esterne. Quello che realmente ci pervade è solo ed unicamente ciò che viene percepito, ciò che viene evocato dal nostro sè profondo, una parte del nostro essere: il riconoscibile bello”.




Scritto da: Arianna Sartori
Data: 23 Maggio 2018
Categoria: Mostre


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