mostra Silvio Franzini Mantova 2019Il “Movimento Arte del XXI Secolo” di Savona ha organizzato alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sala di via Ippolito Nievo 10, la mostra personale dell’artista Silvio Franzini.

La mostra sarà inaugurata sabato 7 dicembre alle ore 17.00 con intervento del curatore il critico Prof. Aldo Maria Pero, e resterà aperta la pubblico fino al 23 dicembre 2019.

Date: dal 7 dicembre al 23 dicembre 2019.
Orario di apertura: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Domenica e Festivi 15.30-19.00.
Informazioni: Tel. 0376.324260 – info@ariannasartori.191.it

IL TRIONFO DEL COLORE
di Prof. Aldo Maria Pero

Il Movimento Arte del XXI Secolo espone per la prima volta in una città d’arte importante come Mantova affidandosi alle cure di Arianna Sartori, titolare dell’omonima storica Galleria, e presenta la personale del parmense Silvio Franzini. Il titolo, quasi pleonastico dal momento che la pittura nasce dalla sintesi di forma e colore, è stato suggerito da un’osservazione di Paul Gaugin, che in una lettera alla moglie esaltò i valori magici del colore, elemento fondanmentale della sua strenua applicazione pittorica. Silvio Franzini pare l’erede dell’aporia monadologia che tormentò a lungo Gottfried Wilhelm von Leibniz e allo stesso tempo un campione del tipico artista pensatore, la cui storia è cominciata con Vasilij Kandinskij per proseguire con Mondrian e che non può ancora dirsi conclusa. Leibnitz, nel teorizzare l’individuo come una monade in sé conclusa e priva di rapporti con il fuori-di-sé, fu costretto ad affrontare il dubbio che, essendo l’artista per intima natura un comunicatore, doveva necessariamente trasmettere idee con il rischio di infrangere l’isolamento della sua solinga cellula esistenziale. Franzini pensa e dipinge, due attività collocate in tempi distinti, nell’ordine. Pensa alla circolarità del tempo che torna costantemente su se stesso per rivedere, ritoccare, reindividuare pensieri, immagini e colori. Se medita sullo spirito, progressivamente sposta il proprio interesse verso la non-figura perché le idee possiedono intensità sed non corpus, traduzione di San Tommaso da Aristotele. In questo caso Franzini si avvia verso l’astrazione, per lui un itinerario di spiritualizzazione che si deve necessariamente tradurre, nel proprio aspetto rappresentativo, in colori, colori-concetto. Su questa strada, come Leibnitz, giunge al punto di contraddizione: la necessità di far convivere idee immateriali con la loro trasposizione fisica su tela. Insomma, il pensiero dovrebbe scomparire per sottomettersi alle regole dell’astrazione e allo stesso tempo continuare ad esistere per consentire la sua rappresentazione. Meglio del filosofo tedesco, l’italiano riesce a risolvere il problema e ci riesce dipingendo su due piani, uno emergente a filo di tela con un tocco memore del puntillismo che sfolgora di ardenti cromie e l’altro che va celando nelle profondità della tela lacerti di figure che tentano dialetticamente di rivelare la propria presenza, fantasmi di lontani ricordi che talora sembrano richiamare le auree maschere dei sovrani di Micene.

Vedi anche: Il trionfo del colore, mostra collettiva con dipinti e sculture degli artisti Franca Bandera, Alberto Besson, Milvia Bortoluzzi, Eleonora Brianese, Angelo Conte, Bruno Gabrieli, Gianguido Pastorello.




Scritto da: Arianna Sartori
Data: 4 Dicembre 2019
Categoria: Mostre


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